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Di sicuro gli uffici cambieranno assetto, poichè oggi ci sono pochi spazi dedicati alle persone, e sempre più spazi di lavoro condiviso. Pertanto il nuovo imperativo è cambiare. Gli orari rigidi erano concetti del secolo scorso, legati alla fabbrica. Gli schemi lavorativi e comportamentali che ci siamo dati, in realtà, possono essere cambiati rapidamente e facilmente.
Per quanto riguarda gli uffici, il nuovo fulcro da progettare e pensare è l’infrastruttura tecnologica , che deve avere un “locale del server centrale” capace di mettere in rete l’intero sistema aziendale, il tutto affiancato da una adeguata progettazione impiantistica. Il nuovo tema per i tecnici sarà quello di ripensare alla progettazione e conversione degli uffici secondo logiche di flessibilità , adattabilità , che siano resilienti , capaci di rispondere alle mutevoli esigenze nel tempo . Altre riflessioni saranno poste sui nuovi modi e stili di vita sani e sostenibili, seguendo le logiche della bioedilizia ; non è da escludere che acustica, illuminotecnica e verde saranno i nuovi driver propulsori del progetto.
Si pensa che questa crisi sanitaria darà una fortissima accelerazione volta al cambiamento, con una fortissima attenzione alla sostenibilità , rimodulando quindi i nuovi dettami di progettazione.
Le nuove esperienze lavorative a cui ci si sta approcciando, portano a fare riflessioni sui cambiamenti di stili ed abitudini da prima esclusi. Grazie allo smart working, ne uscirà rafforzato il legame tra ambiente lavorativo ed ambiente sociale, personale e casalingo ; ed è proprio da qui che deve partire la nuova sfida della progettazione. Lavorare in modo smart, così come si sta dimostrando in questi giorni, influenza notevolmente la produttività, poichè il lavoratore oltre ad essere flessibile nella gestione del suo compito, si trova in quella “comfort zone” che permette una migliore resa finale del lavoro; per non parlare dell’elevata riduzione dei tempi di spostamento, nonchè inquinamento prodotto (sicuramente le ricadute saranno sia a livello urbano che ambientale).
Tuttavia la vera sfida da affrontare è come creare spazi di riunione ed incontro che rispettino le distanze sociali consigliate. Saranno anche questi trasformati da spazi fisici in spazi virtuali? Di sicuro la tecnologia ci agevola notevolmente, pertanto questa ultima ipotesi non è per nulla da scartare; questo tipo di scelta operativa ricadrà fortemente in fase di progettazione degli spazi.
E’ innegabile che per certi processi complessi la presenza fisica sia fondamentale. A livello sociale, negli uffici, è importante il rapporto fisico per poter scambiare tra colleghi opinioni e consulenze, avere un confronto diretto di competenze, che porta anche ad un apprendimento trasversale e multidisciplinare. L’emergenza sanitaria ha modificato questo rapporto in modo digitale attraverso le numerose piattaforme di comunicazione virtuale.
In sintesi: La crisi sanitaria del coronavirus ha permesso di comprendere l’importanza del lavoro a distanza, esigenza che sarà ricercata anche dopo questa fase di iniziale. Il lavoro deve essere ripensato per permettere di poter operare dalle case in periferia, con un maggiore comfort ambientale, senza il bisogno di spostarsi quotidianamente. Per i grandi business center, ripensare ad una strategia lavorativa multi canale (operando dall’ufficio, da casa, ma anche da bar, da parchi, in viaggio, etc.). Le scelte operativo-strategiche aziendali sulle modalità di lavoro saranno la nuova matrice del progetto degli uffici.
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