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Nelle ultime settimane, abbiamo assistito ad una trasfigurazione dei luoghi e delle nostre relazioni con essi. Gli spazi pubblici non vivono senza le persone che sono il motore attivo dell’attività e della società. Abbiamo visto le strade e le aree pubbliche sotto una nuova luce: grazie alla tecnologia, in via provvisoria, si è assistito ad un fenomeno di smaterializzazione dei luoghi pubblici a favore di spazi virtuali quali chat, forum, piattaforme di vario genere che si sono rivelate essere un ottimo legante delle comunità durante tutta la fase della quarantena.
La mobilità è stato un altro aspetto fortemente influenzato dall’avanzata del virus, d’ora in avanti si prediligeranno sistemi di spostamento individuali, si prevede un maggior uso delle biciclette e di monopattini. L’urbanistica deve preparsi ad affrontare in modo incisivo e concreto il tema della mobilità, rispondendo tempestivamente alle nuove esigenze.
Le aree ludiche per i bambini dovranno essere ripensate in modo da rispettare ed educare le nuove generazioni a questa rinnovata percezione degli spazi, delle distanze, delle grandezze, e degli affollamenti. Discorso analogo valrà per le aree verdi le spiagge e le aree fitness outdoor.
Altro aspetto di riflessione da tener conto è quello della qualità dell’aria urbana . Durante il periodo dell’epidemia sono circolate immagini satellitari che mostravano una riduzione di emissioni di biossido d’azoto grazie alla quarantena. Queste foto hanno fatto crescere in molti la speranza che questa situazione sarebbe servita a riflettere ed a rallentare l’inquinamento a livello mondiale, ed essere la chiave di volta per una nuova idea di sviluppo sostenibile.
Nella fase di ripresa, un ruolo fondamentale lo avranno proprio le figure degli ingegneri ed architetti , che dovranno essere quel collante tra le comunità urbane e le nuove linee di indirizzo tecnico-medico-scientifiche dettate dagli amministratori territoriali e dai medici. Ingegneri ed architetti dovranno essere in grado di prefigurare in modo concreto ed immediato le nuove trasformazioni urbane, garantendo vitalità e socialità nel rispetto delle distanze sociali venutesi a delineare. Altri fattori di carattere urbanistico da considerare in fase di progettazione saranno la capienza dei luoghi e la rivalutazione delle densità insediative delle città.
Una lezione importante che ci lascia questa crisi è una percezione e gestione nuova degli spazi; oltre alla riscoperta del senso di responsabilità dell’uno verso l’altro; risvegliando il forte senso di comunità che ci contraddistingue.
Immaginare a come potranno essere le città oggi, non è una sfida semplice, tuttavia queste considerazioni potrebbero essere i nuovi punti cardine di riflessione per la rinascita urbana.
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